Visita alla Mostra L’arte della moda a Forlì
L’arte della moda – L’età dei sogni e delle rivoluzioni. 1789 -1968
Al Museo Civico San Domenico di Forlì va in scena una grande mostra, L’arte della moda, dedicata alla storia del legame e delle relazioni tra moda e arte, proposta attraverso un percorso temporale che va dal Settecento al secondo Novecento, fino ai nostri giorni. L’esposizione, diretta da Gianfranco Brunelli, è curata da Cristina Acidini, Enrico Colle, Fabiana Giacomotti e Fernando Mazzocca. Oltre 200 le opere d’arte esposte, provenienti da importanti istituzioni museali italiane e internazionali. Un centinaio gli abiti d’epoca e moderni, provenienti da Musei e Case di Moda di tutto il mondo. Un percorso fatto di continui rimandi e collegamenti tra grandi artisti, tra cui Hamilton, Hayez, Signorini, Boldini, Matisse, Balla, Boccioni, Mondrian, de Chirico, Hirst e Warhol e famosi stilisti e stiliste come, Coco Chanel, Elsa Schiaparelli, Yves Saint Loren, Dior, John Galliano, Prada, Balenciaga, Ferragamo e Valentino, solo per citarne alcuni.
Percorso della mostra
Il percorso della mostra si sviluppa in un arco di tempo che va dalla Rivoluzione Francese fino al secondo Novecento, un racconto emozionante il cui filo conduttore è il forte legame tra moda e arte. A partire dal Settecento, si attraversano correnti e movimenti artistici, Romanticismo, Macchiaioli, Impressionismo, Simbolismo e Avanguardie del Novecento. Ma qual è il legame che unisce moda e arte? Entrambe rispecchiano in ogni epoca lo spirito del loro tempo, lo catturano e lo fanno proprio, entrambe hanno un grande potere, quello di attrarre e sedurre.
Alcuni aspetti importanti
Il mio racconto della visita alla Mostra L’arte della moda a Forlì si concentrerà su alcuni aspetti che rappresentano, secondo me, punti di svolta importanti lungo il percorso espositivo. Il primo riguarda un momento fondamentale per la moda nella seconda metà dell’Ottocento, la nascita della figura del couturier, lo stilista. Il secondo aspetto riguarda il cambiamento nell’arte, in particolare con la Secessione viennese e la profonda rivalutazione delle arti applicate, tra fine Ottocento e primi del Novecento. Il terzo e quarto punto riguarderanno il Novecento e le Avanguardie, un secolo di forte rottura con le convenzioni artistiche precedenti, ma soprattutto un periodo di forte attrazione verso l’ambiente artistico da parte degli stilisti. Faranno da cornice al racconto, la prima e l’ultima sala, punto d’inizio e d’arrivo di un viaggio che immagina moda e arte sullo stesso cammino, entrambe espressioni dirette delle trasformazioni culturali, economiche e politiche della società.
Lo sfarzo regale del Settecento
Entrando nella prima sala, la grande navata dell’ex chiesa di San Domenico, si rimane subito colpiti dall’allestimento sontuoso. Le opere d’arte alle pareti, per lo più ritratti, fanno da cornice agli abiti d’epoca posti nella zona centrale. Vestiti femminili e maschili sono esposti su passerelle all’interno di vetrine, una sfilata che presenta la moda del tempo, fatta di stoffe ricercate, ricami preziosi, colori accesi e forme pompose. Leggiamo una didascalia: “Manifattura italiana (area veneta), Completo femminile, 1775-1780 circa. Lampasso di seta broccata, taffetas.”
Particolari da osservare
Il lampasso di seta broccata è un tessuto con disegni splendidi che venivano e vengono ancora oggi lavorati con una tecnica specifica, procedimento che rende i colori e i decori molto luminosi. Questo è solo un particolare per darvi l’idea della ricchezza ed esclusività di questi abiti. Osservando ancora i vestiti, soprattutto quelli femminili, colpisce molto un altro particolare, le dimensioni minuscole di questi abiti, spalle e vita piccolissime, statura bassissima. Tenete presente anche questo aspetto durante il percorso e vi accorgerete di come le dimensioni degli abiti cambieranno nel tempo e rapresenteranno una sorta di evoluzione antropologica oltre che sociale e culturale.
“Icone di Stile”
Il culmine della prima sala si raggiunge in fondo all’abside, qui appare in tutto il suo splendore un abito meraviglioso, di colore verde acqua, cangiante, di Christian Dior, del 1998. “A poetic tribute to Marchesa Casati Collection”. La collezione fu disegnata da John Galliano che si ispirò alla Marchesa Luisa Casati. La Marchesa fu una figura di spicco negli anni della Belle Epoche, artista, mecenate e musa ispiratrice, divenne famosa per le sue eccentricità e per le feste stupefacenti che organizzava nelle sue case di Venezia e Parigi. Creò uno stile tutto suo e lo adattò a tutta la sua vita, fu considerata “opera d’arte vivente”.
Un abito e un dipinto
Dietro questo abito sontuoso possiamo scorgere il quadro di William Hamilton con la rappresentazione di Maria Antonietta che viene condotta al patibolo, del 1794. Anche la Regina di Francia fu un simbolo di eleganza, dettando le tendenze della moda della sua epoca ma non solo, il suo fascino eterno continuò ad ammaliare il mondo della moda, ispirando diversi “fashion designer”, fino ai nostri giorni. Lo stesso John Galliano le dedicò la collezione autunno-inverno 2008, rivisitata in chiave barocca, in occasione dei 60 anni di Christian Dior. Così ha inizio il percorso espositivo, con l’evocazione di un momento storico, la Rivoluzione Francese e il richiamo, attraverso un abito e un dipinto, a due “icone di stile”, due donne che segnarono la propria epoca attraverso i loro look ricercati e rivoluzionari.
Il sogno della borghesia e la nascita del couturier
A partire dal Settecento la moda attraversò varie trasformazioni fino ad arrivare ad un punto di svolta fondamentale negli ultimi decenni dell’Ottocento. La crescita della produzione industriale del vestire fece nascere un nuovo tipo di vendita, aprirono i primi grandi magazzini con prodotti diversi e varie fasce di prezzo. Con l’ascesa della borghesia si verificò un grande cambiamento nella società, prevalse la voglia di dimostrare un nuovo modo di essere, si crearono nuove esigenze, nuovi desideri.
Eleganza e stile
Le signore della borghesia non ricercavano più come segno distintivo il lusso, ma qualcosa di più raffinato, l’eleganza e lo stile. Sarà proprio il modello industriale che farà nascere ed affermare la figura moderna del couturier. Il primo e il più famoso fu Charles Frederick Worth che capì il cambiamento in atto e abbandonò lo status di sarto/artigiano per passare a creatore di stile, diventando artista/stilista. Presenterà i suoi vestiti facendoli indossare a modelle e legandoli alle diverse stagioni, applicherà la sua personale etichetta all’abito, firmando le sue creazioni. La presentazione delle collezioni stagionali in anticipo aprirà la strada alla creazione di quel desiderio di novità intrinseco nel concetto di moda così come lo conosciamo oggi.
Importanza delle arti applicate – Secessione viennese
Altro momento importante nell’evoluzione della moda si verificò sul volgere del secolo e nei primi decenni del Novecento. Con la Secessione viennese le arti applicate assunsero un ruolo fondamentale, il concetto di “Arte Totale” portò a considerare tutte le creazioni, dagli oggetti d’arredi ai gioielli e naturalmente anche gli abiti, arte a tutti gli effetti. Lo stesso Klimt disegnerà alcuni vestiti per sé e per la sua compagna e musa ispiratrice Emilie Flöge, anche lei stilista in una casa di moda viennese. Tessuti raffinati, linee semplici e decorazioni che ricordavano quelle preziose dei dipinti dell’artista.
Wiener Werkstätte
La sala dedicata a questo periodo è bellissima. I dipinti alle pareti raffigurano donne sensuali ricoperte da vestiti di fiori e tuniche decorate da arabeschi. Esposto al centro della sala un favoloso abito da sera della Wiener Werkstätte, del 1920-1925, in seta nera con preziosi decori dorati e perle di vetro. La Wiener Werkstätte fu un laboratorio di design che rivoluzionò la moda conquistando tutta l’Europa con uno stile peculiare. Ai lati di questo abito, spiccano due splendidi vestiti, sempre da sera di Valentino, ispirati all’arte di Klimt, che lo stilista ammirava molto. Come vedremo in seguito gli stilisti saranno sempre molto attratti dall’ambiente artistico fino ad instaurare forti legami con gli stessi artisti a loro contemporanei.
Novecento e Avanguardie – Rottura degli schemi convenzionali
Il Novecento è il secolo della rottura degli schemi, sia nell’arte che nella moda. Anche in Italia essere alla moda voleva dire rompere con le costrizioni dell’epoca e i Futuristi furono i primi a pensare un’arte che comprendesse l’intero universo, così ne entrarono a far parte di diritto, il design, l’arredamento d’interni e naturalmente i vestiti. “Il vestito antineutrale” ideato nel manifesto futurista da Giacomo Balla ne è un esempio, doveva rompere col passato e rappresentare l’ideale della modernità.
Dalla fine dell’Ottocento e durante tutto il Novecento il legame tra arte e moda si farà sempre più stretto. Coco Chanel fu molto influenzata dall’ambiente artistico e conobbe personaggi importanti come Picasso e Jean Cocteau. Fu la prima che osò e si staccò completamente dalla moda dell’epoca, “La Belle Epoche”, fatta di stretti bustini e fronzoli. I suoi vestiti esposti in mostra hanno delle linee e delle strutture così moderne da risultare portabili ancora oggi, dopo un secolo.
Il legame tra moda e arte negli anni 20 e 30 del Novecento fu fortissimo e portò a delle vere e proprie sperimentazioni. In Italia Elsa Schiaparelli, legatissima all’ambiente surrealista, in particolare a Dalì con il quale collaborò in diverse occasioni, sperimentò nuove soluzioni applicando ricami, decori e oggetti casuali a vestiti dal taglio classico. In mostra è presente un abito, del 1937, da lei stessa modificato velocemente tramite l’aggiunta dei suoi guanti cuciti in vita, per adattare il vestito alla gravidanza della sua cliente, soluzione che rappresenta perfettamente lo spirito originale e creativo della stilista.
Made in Italy
Francia e Italia si contesero sempre il primato e il predominio nell’ambito della moda. Il Made in Italy iniziò ad affermarsi dagli anni ’50 per diffondersi poi negli anni ’70, con la stagione del “prêt- à- porter”. La sfilata storica fu nell’anno 1952, quando ebbe luogo a Palazzo Pitti a Firenze, “l’Italian High Fashion Show”. Da quel luogo e da quel momento lo stile unico e raffinato dei modelli italiani sarà riconoscibile in tutto il mondo.
Secondo Novecento – Moda, arte e comunicazione di massa
Le ultime sale della mostra sono dedicate al profondo legame che si instaurerà tra moda e arte, in particolare a partire dagli anni ’50 e ’60. Il famoso stilista, Yves Saint-Laurent, era un vero appassionato di arte. Diventò celebre, negli anni ’60, la sua collezione dedicata alle opere di Piet Mondrian, chiamata “Mondrian look”. Lo stilista frequentò molti artisti, tra cui Matisse, Picasso e in particolare Andy Warhol, a cui dedicò il “Pop Art Look”. Proprio Warhol fu l’artista che più di tutti era consapevole dell’importanza di moda e arte nella società che si andava evolvendo.
Moda e arte senza più confini
Andy Warhol proveniva dal mondo della moda, aveva lavorato come grafico pubblicitario, e questo mondo lo conosceva benissimo. Conosceva altrettanto bene il mondo dell’arte, soprattutto i suoi meccanismi interni, che utilizzò perfettamente per affermare la potenza delle immagini e veicolarla attraverso la “comunicazione di massa”. La Pop Art utilizzava immagini di ogni tipo, trasformandole attraverso il processo creativo in “icone” della società moderna. Andy Warhol, esperto pubblicitario, fu il primo artista ad utilizzare gli strumenti della comunicazione di massa all’interno dell’opera d’arte. Fu proprio la Pop Art ad abbattere i confini tra moda e arte, rendendo qualsiasi gerarchia priva di valore.
“Poetiche del presente”
Nell’ultima sala spiccano due abiti meravigliosi, il primo è di Renato Balestra, ispirato all’artista Capogrossi. Un vestito da sera nero, “Princess Collection” autunno inverno 2017/2018, in crepe di seta, raso, intarsi di velluto dorati e paillettes in cristallo Swarovski. L’abito è esposto tra le opere di Capogrossi degli anni ’50, insieme potrebbero rappresentare un trittico contemporaneo. L’ultimo abito è della Maison Valentino, un semplice cappotto di lana, con cappuccio a forma di fiore, di un arancio acceso, collezione autunno inverno 2022/2023, Alta moda. Quest’abito mi ha colpito molto per la sua struttura quasi scultorea, una cupola con in cima un rosone di piume, di un colore intenso e solare. La Collezione si chiama “The Beginning”. Secondo Pierpaolo Piccioli, direttore artistico della Maison, questa collezione indaga la realtà contemporanea, esprimendone le istanze di novità legate al presente ma anche al futuro. Sembra quasi un riferimento diretto alle poetiche dell’arte contemporanea. Una dichiarazione di intenti della moda, ma anche di consapevolezza di far parte dello stesso universo della creazione artistica.
Linguaggi diversi della creatività
La visita alla Mostra L’arte della moda a Forlì è molto coinvolgente, in questa mostra ci sono tante storie, ogni abito ne racconta molte, quella di chi lo ha indossato, di chi lo ha pensato e realizzato, di chi lo ha dipinto, attraverso colori, forme, costruzioni e dimensioni. I tessuti utilizzati, le lavorazioni, i bagni di colore, i ricami, i pizzi, la struttura delle forme, gli accessori preziosi, tutto fa parte di un racconto, che parte dall’abito da esporre come simbolo di potenza e ricchezza, fino ad arrivare a quello da indossare come opera d’arte, passando attraverso la trasformazione industriale e tecnologica della società. Cosa riserverà il prossimo futuro con lo sviluppo dell’era digitale e con l’avvento dell’intelligenza artificiale? Come si trasformeranno moda e arte e quali rapporti e legami nasceranno nel nuovo mondo del Metaverso? Ma questa è un’altra storia, ora siamo giunti al termine del racconto e possiamo dire che i due universi di moda e arte oggi come oggi rimangono ben distinti ma profondamente interconnessi, il loro legame è ormai indissolubile.
Informazioni utili
La mostra è aperta fino al 2 luglio, da lunedì a venerdì dalle 9.30 alle 19.00, sabato, domenica e festivi dalle 9.30 alle 20.00. Per tutte le informazioni potete visitare la pagina ufficiale a questo link: L’arte della moda a Forlì
Ciao Morena, il tuo articolo è meraviglioso.Grazie e spero di vedere la mostra.Baci.Grazia
Grazie, ne sono felicissima!
A presto 🤗