Mostra di Marlene Dumas a Venezia

Palazzo Grassi  

MARLENE DUMAS. OPEN-END

Oggi voglio parlarvi di una bella mostra che ho visitato a Palazzo Grassi, dedicata interamente a Marlene Dumas, una tra le più autorevoli protagoniste nello scenario dell’arte contemporanea. L’artista, di origini sudafricane, vive e lavora ad Amsterdam e la sua produzione è basata prevalentemente su opere pittoriche. 

I soggetti principali di Dumas sono: ritratti, paesaggi e raffigurazioni di corpi. L’esposizione, dal titolo OPEN – END, presenta una parte consistente di lavori, realizzati a partire dagli anni ’80 fino ad oggi, con l’aggiunta di alcune opere ancora inedite. Curata da Caroline Bourgeois e dall’artista stessa, la mostra raggruppa molti dipinti ad olio di piccole e di grandi dimensioni, svariati disegni ad inchiostro su carta ed un video. Le opere provengono da varie collezioni private, da Istituzioni Internazionali e dalla Pinault Collection. 

Mostra Marlene Dumas Palazzo Grassi

Percorso mostra Marlene Dumas a Venezia

Il percorso della mostra si sviluppa attraverso le sale e lungo i due piani di Palazzo Grassi. Utilissima è la mini-guida, creata appositamente, che descrive minuziosamente i lavori, con citazioni della stessa artista e indicazioni precise riguardo la genesi e l’ispirazione di ogni opera esposta. I dipinti e i disegni, anche quelli di piccolo formato, sono messi in risalto grazie ad un attento studio di accostamenti, isolando o raggruppando i vari lavori. L’allestimento, molto curato, offre anche alcuni scorci singolari. Quando ci si trova sulle balaustre dei balconi interni, guardando ai lati opposti, si possono osservare le grandi tele di Marlene Dumas che, incorniciate dalle colonne, diventano parti di una scenografia molto suggestiva.

Mostra Marlene Dumas Palazzo Grassi

La pittura come “Puro piacere”

Marlene Dumas ama osservare e tutte le opere esposte raccontano proprio la bellezza di uno sguardo curioso e attento, che è il più delle volte di puro piacere estetico. I suoi dipinti riescono a comunicare, attraverso i soggetti scelti e la resa cromatica, una sensualità provocante e allo stesso tempo delicata. Alcune opere ed alcuni elementi del lavoro e della ricerca dell’artista mi hanno colpito in maniera particolare e racconterò la visita alla mostra proprio attraverso tre aspetti: la tecnica creativa, i soggetti e le tematiche.  

Mostra Marlene Dumas Palazzo Grassi

1)Tecnica creativa

Il primo aspetto che mi ha colpito è la particolare tecnica adottata dall’artista, quella del “riutilizzo”. Non è una novità nel mondo dell’arte contemporanea, ma l’artista la usa come espediente creativo per riuscire ad esprimere il suo messaggio in maniera molto personale. Questa maniera di operare rappresenta il momento cardine, il fulcro da cui si genera ogni suo lavoro. Periodici di moda, riviste pornografiche, cronache di giornali, immagini pubblicitarie, fotogrammi di film, opere d’arte famose, tutto è utilizzabile nella sua ricerca, ogni immagine senza alcuna differenza, basta che riesca a catturare il suo sguardo.  

Kissed (Baciata), olio su tela, 2018
Kissed (Baciata), olio su tela, 2018

Fotogrammi di film

“Baciata, ricevere un bacio”

Salendo il bellissimo scalone di Palazzo Grassi si scorge il primo minuscolo dipinto ad olio di Marlene Dumas, dal titolo: “Baciata, ricevere un bacio”. Piano, piano, si riesce a focalizzare la piccola tela, mentre ci si avvicina. Ci appaiono due volti, colti in quell’istante magico che li attrae e li unisce in un bacio, forse il primo bacio”. Dumas realizza diverse opere basandosi su fotogrammi di film. In questo caso l’immagine è tratta dal corto di Jean Renoir, “Una gita in campagna”, precisamente dal fotogramma in cui vi appare l’unico bacio, momento chiave di tutta la storia. “Un paesaggio di emozioni”, così viene descritto il dipinto nella guida alla mostra ed è proprio la sensazione che si ha osservandone i colori, in particolare gli azzurri del cielo che si riflettono sul viso della donna. Un paesaggio dove tutto sembra fondersi insieme, unirsi in quelle labbra che appena si sfiorano.  

Blue Marilyn (Marilyn blu), olio su tela, 2008
Blue Marilyn (Marilyn blu), olio su tela, 2008

Immagini pornografiche

“Blu Marilyn”

Anche nell’opera “Blu Marilyn” l’artista si rifà ad immagini tratte da un film, in questo caso si tratta di fotografie prese da un articolo dedicato ad un “blue movie”, un film pornografico.  Il film divenne famoso perché si diceva vi avesse partecipato Marilyn Monroe, ma in effetti si trattava di uno scambio di persona. Nel dipinto viene enfatizzata la forte sensualità della figura rappresentata, attraverso un effetto cromatico peculiare. Il blu e l’azzurro molto acquosi invadono i confini del disegno, rendendo quasi impercettibili i contorni degli occhi e della bocca. La donna appare sospesa, sembra quasi galleggiare nei colori, in uno stato di estasi.

Turkish Girl (Ragazza turca), olio su tela, 1999
Turkish Girl (Ragazza turca), olio su tela, 1999

“Turkish Girl”

Tra i tanti dipinti, ispirati direttamente da riviste pornografiche, ne ho scelto uno: “Turkish Girl”. La figura nuda è realizzata con colori molto forti, quasi elettrici, che attirano lo sguardo e invitano a guardare. La donna, in una posa provocante, con le gambe alzate, si porge completamente all’osservatore. I suoi occhi ammiccano, creando un piacevole “gioco di seduzione”. Dumas trae ispirazione proprio da quelle immagini che la seducono, poi le adatta e seguendo le sue esigenze espressive le trasforma, le ricrea, mantenendone la carica erotica. In questi dipinti, la dimensione intima diventa essenziale e sembra plasmare le immagini, rendendole parte di una personale visione estetica.

Homage to Michelangelo (Omaggio a Michelangelo), olio su tela, 2012
Homage to Michelangelo (Omaggio a Michelangelo), olio su tela, 2012

Opere d’arte famose

“Omaggio a Michelangelo”

Dumas ammira molto i grandi maestri dell’arte e ama riprendere nei suoi lavori le loro opere, come ad esempio per il dipinto: “Omaggio a Michelangelo”. Ispirato alla Pietà Rondanini, il quadro è focalizzato su due aspetti legati all’idea della morte. Il primo si riferisce a Michelangelo e al “non finito”, alla sua lotta disperata di portare a termine la scultura prima di morire. Il secondo si riferisce al soggetto della scultura, il dolore immenso e la sofferenza della Vergine Maria, che sollevando tra le braccia il figlio morto, sembra quasi volerlo riportare in vita. L’opera di Dumas è realizzata con colori molto trasparenti, solo in bianco e nero, quasi senza disegno ed esprime bene entrambi gli aspetti: la lotta contro il tempo ed il dolore per la morte.  

Lips (Labbra), olio su tela, 2018
Lips (Labbra), olio su tela, 2018

2) I soggetti di Marlene Dumas

La seconda parte la dedico a quelle opere che, pur essendo dei semplici frammenti estrapolati da diverse realtà, attraverso lo sguardo dell’artista, diventano veri e propri soggetti a sé, come ad esempio succede per i baci, le bocche, i volti ed i corpi, catturati e fissati sulle tele quasi come istantanee.  

Teeth (Denti), olio su tela, 2018
Teeth (Denti), olio su tela, 2018

Baci – Bocche 

Il bacio è un “frammento” rappresentato molte volte dall’artista e la mostra, come abbiamo visto, si apre proprio con un bacio.  Svariati sono i tipi di baci che possiamo ammirare, alcuni teneri appena sfiorati, altri quasi violenti e profondi. Anche le bocche e le labbra sono molto presenti, in alcuni dipinti ci sono solo labbra sensuali, in altri le lingue diventano le protagoniste, incontrandosi e cercandosi sulle tele. Ci sono anche strane smorfie, quasi aggressive, di bocche che mostrano i denti sporchi di sangue. 

Drop (Goccia), olio su tela, 2018
Drop (Goccia), olio su tela, 2018

Volti 

“Goccia”

Come leggiamo nella guida, Dumas ci parla del forte legame tra i suoi dipinti e la poesia. In effetti molti dei suoi lavori ne hanno tutta la forza e la bellezza. Il più poetico di tutti, secondo me, è sicuramente il dipinto “Goccia”. Nel piccolo quadro, il volto di una donna è avvolto in un alone azzurro, come in una bolla. L’opera è molto toccante e colpisce subito quando si arriva nella sala. Il viso sembra quasi osservarci da un oblò, galleggiando nell’acqua di una goccia o di una lacrima.  

Dora Maar (The Woman Who saw Picasso cry)  (La donna che vide piangere Picasso), olio su tela, 2008
Dora Maar (The Woman Who saw Picasso cry) 
(La donna che vide piangere Picasso), olio su tela, 2008

Personaggi famosi

“Dora Maar”

I volti di Dumas riescono a cogliere e a trasmettere il più delle volte un particolare aspetto dell’anima di chi è rappresentato, come ad esempio nel dipinto “Dora Maar (la donna che vide piangere Picasso)”. L’opera, ispirata da una fotografia di Man Ray, restituisce alla famosa modella e fotografa la sua potente figura di donna bella e forte. Tutto l’opposto da come la fece apparire Picasso nel suo famoso ritratto: “Crying Woman”, del ‘37. In questo dipinto il pittore la ritraeva come una donna distrutta e disperata per il suo abbandono. Dumas ribalta la prospettiva, come suggerisce il titolo, infatti qui è Dora che osserva Picasso ed è lui che piange di fronte al suo volto bellissimo. 

Oscar Wilde, olio su tela, 2016 
Oscar Wilde, olio su tela, 2016

Ritratti

“Great Men”

Molto belli ed intensi sono anche i ritratti di alcuni personaggi famosi, a cui Dumas riesce a infondere espressioni e atteggiamenti peculiari. Pasolini, Oscar Wilde, Baudelaire e tutta la serie di personalità raffigurate nell’opera “Grandi uomini” sono rappresentati attraverso tratti psicologici e introspettivi inconsueti, catturando aspetti nascosti e lati oscuri della loro personalità.  

Great Men (Grandi uomini), matita e inchiostro e acrilico metallico su carta, 2014
Great Men (Grandi uomini), matita e inchiostro e acrilico metallico su carta, 2014

“Dai volti ai corpi”

Anche i corpi sono soggetti privilegiati da Dumas e anche in questo caso lo sguardo dell’artista cattura un effetto particolare, creato per lo più attraverso le varie pose, provocanti e sensuali. Possiamo osservarli mentre si toccano e si sfiorano, alcuni sdraiati, altri ritti in piedi, quasi costretti all’interno della cornice del quadro. 

Nel dipinto “Alien”, Dumas costruisce un “alieno”, una figura straniera che non appartiene a nessun luogo e che proviene da elementi diversi della sua fantasia e dei suoi ricordi. 

Alien, olio su tela, 2017
Alien, olio su tela, 2017

Nella guida leggiamo le sue parole: “I dipinti raccontano storie” e “io mi mossi lentamente dai volti ai corpi”. I corpi di Dumas raccontano storie, eventi che s’imprimono sulla superficie della tela. Possiamo ritrovare corpi abbracciati teneramente oppure contorti in posizioni accattivanti, tutti si mostrano nella loro seducente bellezza estetica, colti sempre in unistantanea di piacere o di sorpresa.  

Awkward (Imbarazzante), olio su tela, 2018
Awkward (Imbarazzante), olio su tela, 2018
Losing (Her Meaning) - Perdendo (Il suo significato), olio su tela, 1988
Losing (Her Meaning) – Perdendo (Il suo significato), olio su tela, 1988

3)Tematiche 

Il terzo aspetto, che riguarda forse la parte più potente del lavoro di Dumas, è collegato alle importanti e profonde tematiche affrontate dall’artista, che si legano spesso a riflessioni personali ed intime. Si tratta di temi sociali e di questioni politiche proposte quasi sempre attraverso un’ambivalenza di contenuti che spaziano in direzioni opposte: dallamore alla violenza, dal piacere alla sofferenza, dallestasi al dolore. Alla tenerezza e delicatezza del tratto pittorico, si contrappone spesso la durezza dei temi trattati. Gli aspetti antitetici caratterizzano la maggior parte del lavoro dell’artista, che in questo modo riesce a comunicare riflessioni profonde, rispecchiando le contraddizioni dell’esistenza stessa.  

The White Disease (La malattia bianca), olio su tela, 1985
The White Disease (La malattia bianca), olio su tela, 1985

“La malattia Bianca”

Tra le opere presenti in mostra che affrontano tematiche importanti mi ha colpito molto il dipinto “La malattia Bianca”. Ispirato da una fotografia scattata in una clinica dermatologica, l’opera è l’emblema di ciò che Dumas pensa del razzismo. Per lei, cresciuta in Sudafrica durante lapartheid, la discriminazione e la brutalità dei bianchi diventano aspetti di una sola realtà: lintolleranza. Il “suprematismo bianco” assume la forma di una malattia, un male dell’anima che genera solo violenza e crudeltà verso il diverso. È fondamentale quindi prenderne atto, averne coscienza, invitare alla riflessione e denunciarne il dilagare nella società contemporanea. 

Figure in a Landscape (Figura in un paesaggio), olio su tela, 2010
Figure in a Landscape (Figura in un paesaggio), olio su tela, 2010

“Figura in un paesaggio”

Un altro lavoro che colpisce molto è l’enorme tela dal titolo “Figura in un paesaggio”. In questo caso il tema è la guerra e la situazione d’impotenza in cui ci pone. Marlene Dumas si ispira ad immagini tratte dalla cronaca e più precisamente alla guerra israelo-palestinese e al muro costruito per tenere separate le persone e il paese. Davanti a questo dipinto di grandi dimensioni si ha proprio la sensazione di essere come la piccola figura di bambino rappresentata sulla tela. Ci si sente minuscoli e con le spalle al muro, senza via di scampo, completamente soli. In quest’opera, al centro della scena non c’è il paesaggio ma una “struttura artificiale” che invade lo spazio sbarrando la strada e l’orizzonte. I muri, che si costruiscono fisicamente o mentalmente, sono sempre un limite alle libertà e questo dipinto riesce ad esprimerlo in maniera molto potente.

Underground, inchiostro, matita e acrilico su carta, 1994-95 In collaborazione con la figlia Helena
Underground, inchiostro, matita e acrilico su carta, 1994-95
In collaborazione con la figlia Helena

Gioco di sguardi

“Underground”

Voglio concludere il mio racconto con un’opera che mi ha colpito molto, dal titolo: “Underground”. Dumas la realizzò tra 1994-95 facendovi partecipare anche la figlia Helena di cinque anni. La bambina prese i suoi colori, i brillantini, i fiori e altri diversi materiali tra i più disparati e iniziò a modificare le opere. Il lavoro originale di Dumas comprendeva una serie di volti realizzati tutti solo in bianco e nero, ad inchiostro. Il risultato dell’intervento di Helena è una totale trasformazione dei disegni della madre. Il suo intento sembra quello di dare loro un’altra vita, più vivace e forse meno noiosa, cercando di creare un propria dimensione estetica. Il rapporto che si viene a instaurare tra di loro è molto intimo e diventa quasi un gioco di sguardi prospettici in continuo dialogo.  

Underground, inchiostro, matita e acrilico su carta, 1994-95 In collaborazione con la figlia Helena
Underground, inchiostro, matita e acrilico su carta, 1994-95
In collaborazione con la figlia Helena

Uno “sguardo” che invita a riflettere

La mostra di Marlene Dumas è molto bella e significativa, colpisce come un pugno ma con delicatezza e invita a riflettere. Le immagini che Marlene Dumas riprende dalla cronaca, dai giornali, dai film o che scatta autonomamente, sono quelle che vediamo ogni giorno nei vari media, che subiamo passivamente e che ci condizionano, spesso inconsciamente. L’artista c’invita a prendere coscienza di ciò che guardiamo, per comprendere da dove deriva e come si crea non solo la nostra visione della realtà, ma anche quella che abbiamo di noi stessi.

Informazioni

La mostra di Marlene Dumas a Palazzo Grassi è aperta fino al 8 gennaio 2023, tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00, tranne il martedì.

In occasione della mostra sono molti gli eventi collaterali e le iniziative presentate. Interessante il podcast che racconta l’artista e il suo modo di creare: “Una specie di tenerezza. Marlene Dumas fra parole e immagini”. Lo troverete sulla pagina ufficiale di Palazzo Grassi con tutte le altre informazioni sulla mostra, a questo link:   Marlene Dumas a Palazzo Grassi.  

Collezione Pinault a Venezia

Palazzo Grassi è una delle prestigiose sedi espositive, assieme a Punta della Dogana, della Collezione Pinault. Ho dedicato un articolo a questa importante collezione e alle sue sedi veneziane, potete leggerlo a questo link: 

La Collezione Pinault a Venezia 

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