Mostra di Banksy a Trieste, Salone degli Incanti

Banksy, the Great communicator – unhautorized exhibition

L’esposizione dedicata a Banksy, al Salone degli Incanti di Trieste, è rigorosamente “non autorizzata”, come quasi tutte quelle dedicate a questo artista. Organizzata da PromoTurismoFVG, in collaborazione con Madeinart, è curata da Gianni Mercurio. La mostra presenta una sessantina di opere, provenienti da gallerie e collezioni private, tra cui riproduzioni e lavori originali, realizzati con diverse tecniche artistiche. Il percorso, suddiviso per tematiche, parte dalle origini di questa specifica forma di espressione artistica, la Street Art e si concentra sul particolare interesse di Banksy per alcuni movimenti d’ispirazione, come ad esempio, la cultura hip hop newyorkese e il graffitismo. Si passa poi, nella parte centrale, ad alcune delle più famose opere dell’artista, nonché alle sue indimenticabili incursioni nei musei di tutto il mondo e ad alcuni progetti specifici molto originali. L’ultima sezione, una video-installazione multimediale, presenta infine una serie di immagini, performance e video collocati nei loro luoghi originari.

mostra Banksy trieste
Banksy a Trieste, Sale

“Grande comunicatore”

L’arte di Banksy è un connubio molto ben riuscito tra strategia, azione e semplicità formale, dove su tutto predomina il messaggio che l’artista vuole trasmettere. Il nucleo centrale della mostra si concentra proprio su questo aspetto essenziale del lavoro di Banksy, la comunicazione diretta e a più livelli di un messaggio preciso e immediato. Il messaggio deve colpire e spiazzare tutti, arrivare ovunque, espandersi il più possibile, tramite internet e i social. Banksy utilizza le immagini come “slogan” per provocare e criticare la società in cui viviamo. Le sue azioni polemizzano spesso contro il sistema economico, politico e culturale a cui sottostiamo, mettendo in evidenza i paradossi e le ingiustizie sociali a cui ormai siamo assuefatti. Banksy predilige per i suoi lavori i graffiti, considerandoli la forma più alta di espressione artistica. Attraverso la tecnica degli stencil e l’utilizzo delle bombolette spray può agire velocemente, senza essere visto e può disporre di una infinita gamma di possibilità, preparando in studio tutto il materiale necessario. 

mostra Banksy trieste_studio
Banksy a Trieste, ricostruzione Studio

Cosa sappiamo di Banksy? 

Conosciuto in tutto il mondo, Banksy è uno dei massimi esponenti della Street Art ma non sappiamo ancora con certezza chi si nasconde dietro questo nome. Ci tiene molto a non essere scoperto e lui stesso afferma che “l’invisibilità è un superpotere”. Sappiamo che è originario di Bristol, Inghilterra, e che è nato nel 1974. Banksy è un vero e proprio marchio registrato e la società che tutela e controlla tutto ciò che lo riguarda è la Pest Control Office Limited. L’artista possiede un sito e su Instagram ha un profilo ufficiale dove pubblica le sue opere e i suoi interventi a sorpresa, confermandone così l’autenticità. I suoi lavori sono esposti spesso in importanti gallerie e battuti all’asta quasi come veri oggetti di culto, a prezzi astronomici. Le ipotesi circa la sua identità sono molte, nessuna però ufficializzata. Si è ipotizzata anche la possibilità che non sia un solo artista, ma un collettivo di artisti. In effetti questo potrebbe spiegare la grande capacità di Banksy di intervenire quasi ovunque e sempre senza essere mai individuato. 

mostra Banksy trieste_topi
Banksy a Trieste – I topi

La metafora del topo

Lungo il percorso della mostra vi capiterà di vedere disegnati qua e là molti topi che vi indicheranno la strada. I ratti sono uno dei soggetti più amati dall’artista che sembra identificarsi proprio con queste creature. Odiati e perseguitati da sempre, i topi vivono nella spazzatura, in mezzo ai rifiuti, nei luoghi più ai margini delle città. Queste zone degradate sono anche gli spazi dove agiscono gli street artisti. I graffitisti si muovono di nascosto tra edifici abbandonati, tunnel e spazi in disuso, marchiando i muri, i treni e le saracinesche dei negozi, sempre pronti a scappare via. Banksy nei suoi lavori rappresenta i topi in moltissimi modi, a volte come vandali con pennelli e bombolette spray, altre volte come rapper con la radio vicina, oppure con maschere antigas mentre spargono sostanze tossiche. Seguiamoli dunque e percorrendo le sale scopriamo il mondo di Banksy. Vi racconterò la mostra attraverso alcune opere e lavori che più mi hanno colpito e che sono rappresentativi dei temi più cari a questo artista, grande genio creativo e comunicativo.

Banksy, Jesus Christ
Banksy, Jesus Christ with Shopping Bags, 2005, litografia su carta
Banksy, Sale Ends Today 
Banksy, Sale Ends Today

Consumismo e mercificazione

La tematica legata al consumismo è per Banksy estremamente importante e coinvolge il sistema stesso dell’economia capitalistica. Tutto si basa sul “consumo” di massa, compulsivo e ossessivo, che porta al desiderio di possedere una cosa ad ogni costo. Le immagini create da Banksy sono semplici ma dirette e spiazzanti. Il Cristo sulla croce con le borse dello shopping oppure le persone che si inginocchiano davanti ai cartelli dei saldi, enfatizzano fino al paradosso questo atteggiamento di dipendenza/adorazione verso il consumo. Esiste però la possibilità di ribellione e nell’opera Barcode, Banksy delinea un leopardo che riesce a torcere il codice a barre della sua gabbia e a fuggire. Sembra un invito, esci dalla prigione del consumismo, fai come il felino, piega le sbarre e corri libero.

Banksy, Barcode
Banksy, Barcode, 2004, serigrafia su carta
Banksy, The Rock of Peckham
Banksy, The Rock of Peckham, 2018, stampa su sughero

Consumismo e Sistema dell’arte

Il simbolo per eccellenza del consumismo è il carrello della spesa e Banksy lo utilizza come uno strumento in grado di destabilizzare il contesto in cui è inserito. Lo inserisce nel laghetto delle ninfee di Monet, ma lo inserisce anche su una pittura rupestre, con tanto di didascalia dedicata. Nel 2005 Banksy s’intrufola nel Museo di Bristol e riesce ad esporre la sua finta pittura rupestre tra le sale espositive. Il tempio dell’arte è violato e l’istituzione museale deve prenderne atto, non può fare altro che inglobarlo al suo interno, esponendo anche la provocazione al sistema. Nel 2018 “Peckham Rock”, la finta pittura rupestre di Banksy, venne esposta anche al British Museum nella mostra “I dissent”. 

Banksy vs Bristol Museum
Banksy vs Bristol Museum

Banksy versus Bristol Museum 

La mostra Banksy versus Bristol Museum del 2009 è una conseguenza della precedente incursione di Banksy all’interno del museo. L’artista , in questa mostra, occupò letteralmente il museo con un centinaio di opere, trasformandolo in qualcosa di strabiliante. Un insieme di lavori, sculture e installazioni dell’artista invasero tutte le sale, collocandosi tra le vere opere della collezione. Bastoncini di pesce che nuotavano nell’acquario, hot dog enormi e un gelato gigante che si scioglieva all’ingresso, erano solo alcune delle installazioni assurde collocate da Banksy durante l’allestimento. Per conservare il suo anonimato fu lasciato agire indisturbato per una notte intera all’interno delle sale e la mostra ebbe un successo stupefacente.

Banksy, Girl with Ballon,
Banksy, Girl with Ballon, 2004, serigrafia su carta

Consumismo e mercato dell’arte

La bambina con il palloncino rosso

La mercificazione riguarda ogni tipologia di oggetti e il mercato dell’arte è per Banksy il primo in assoluto a sfruttare le leggi del consumo. Un disegno dell’opera Girl with Baloon, apparsa per la prima volta come murales a Londra, è stato al centro dell’attenzione dei media per molto tempo. Nel 2018, durante una vendita all’asta, il disegno si era autodistrutto parzialmente calando dalla sua stessa cornice. Banksy aveva predisposto il meccanismo già al momento della sua creazione. L’opera rimase per metà ridotta a striscioline e per metà intatta. L’azione di Banksy, contro le leggi di mercato e la smania di possesso, produsse come conseguenza un rialzo vertiginoso del prezzo. L’opera acquistò valore perché comprendeva in se stessa anche la performance della semidistruzione durante l’asta. Il prezzo a cui fu successivamente rivenduta superò di molto, quasi tre volte, quello della prima vendita.

Banksy, Morons - Barely Legal Set
Banksy, Morons – Barely Legal Set, 2007, serigrafia su carta

Banksy e Morons 

L’opera presente in mostra, Morons, è molto significativa e si riferisce ad un momento particolarmente importante nella storia e nel mercato dell’arte, la vendita all’asta nel 1987 del dipinto di Van Gogh, “Vaso di girasoli”, alla cifra vertiginosa di ventidue milioni e mezzo di sterline. Morons è un’opera spietata che attacca il mercato dell’arte e tutto il sistema che vi gravita intorno, falso e riservato ai super ricchi. Nell’opera il battitore d’asta ha in mano una tela che offre ai collezionisti. Sopra questa tela la scritta: “Non posso credere che voialtri imbecilli stiate comprando questa merda”. Per Banksy “Il mondo dell’arte è una barzelletta, la più grossa che ci sia in circolazione”.

La distruzione di una serigrafia di Morons 

In un articolo apparso nel 2021 sulla rivista d’arte ArtsLife, ho letto la notizia che una serigrafia originale del 2006 dell’opera Morons, dopo essere stata acquistata da una società di Blockchain è stata bruciata con tanto di ripresa video della performance, dal titolo “Burnt.Banksy”. Prima della distruzione però l’opera è stata convertita in NFT. La serigrafia di Banksy in questione esiste ora solo come Non-fungible token, forse il tentativo di affermare che il valore dell’arte non si può distruggere. L’artista è rimasto vittima della sua stessa performance, la distruzione di una sua opera, come successe per Girl with Ballon. Non si hanno notizie di un commento sull’accaduto, ma la Pest Control, la società che gestisce e controlla tutte le produzioni di Banksy, ne ha confermato l’autenticità. È interessante notare che nonostante Banksy attacchi ferocemente tutto il sistema e il mercato dell’arte alla fine ne rimanga sempre di fatto inglobato e anzi contribuisca ad accrescerne il potere e il valore. 

Banksy, Walled Off Hotel Box Set
Banksy, Walled Off Hotel Box Set, 2017, stampa e cemento dentro scatola di Plexiglas

Denuncia sociale e politica 

Nel 2002 iniziò la costruzione del muro d’Israele che divise per sempre i territori occupati e rese di fatto prigioniera la Palestina. Un muro così alto, tre volte il muro di Berlino e così lungo, originariamente ben 700 km, aveva un significato profondo e di forte impatto sociale e politico. La costruzione fu interrotta ma per Banksy era un’occasione imperdibile per sfidare lo stesso sistema di potere. Nel 2017 realizzò, proprio di fronte al muro a Betlemme, il Walled off Hotel, “l’Hotel con la vista più brutta del mondo”. Divenuto presto meta di tantissimi Street artisti e non solo, questo luogo rappresenta oggi una vera e propria galleria d’arte, sia a cielo aperto che negli spazi all’interno dell’Hotel. Gli artisti vi soggiornarono a più riprese nel corso degli anni e con i loro lavori e i loro murales parteciparono attivamente ad una continua azione di disturbo. I lavori più famosi di Banksy si trovano proprio lì a ricordare e a ribadire la stupidità della civiltà umana. 

mostra Banksy trieste

Il paradosso della guerra 

Una bambina esile e minuta è in piedi, ha i capelli raccolti e tra le sue braccia stringe forte un’enorme bomba. L’immagine è diretta e semplice, ma potente. I bambini sono per Banksy i soggetti che più riescono a comunicare l’assurdità della guerra. Sono quelli che più soccombono, ma sono anche quelli che con la loro innocenza e la loro forza riescono a trasmettere un messaggio di speranza. La guerra è il più grande disastro dell’umanità e il più grande business al mondo, le sue logiche di potere e sopraffazione non hanno giustificazioni e Banksy ce lo svela con ironia e sarcasmo. Recentemente anche sui resti degli edifici in alcune città ucraine sono apparsi i suoi graffiti a rimarcare la sua netta posizione di condanna. Tra le molte opere quella che secondo me è la più simbolica e rappresentativa dell’assurdità di tutte le guerre è Napalm. La bambina che corre urlando completamente ustionata dal gas è tratta da una foto celeberrima scattata durante la guerra nel Vietnam. Banksy inserisce questa visione disperata in unopera di forte impatto, dove la bambina tiene per mano Topolino e il Pagliaccio, simboli del divertimento spensierato. I tre sembrano correre allegri e felici, ma l’immagine nell’insieme è davvero inquietante.  

Banksy, Bomb Love
Banksy, Bomb Love, 2003, serigrafia su carta
Banksy, Napalm
Banksy, Napalm, 2004, serigrafia su carta

Parco a tema Dismaland

Per concludere la mia visita alla mostra di Banksy a Trieste vi lascio con un progetto che tra tutti i lavori mi è sembrato il più folle ma anche il più geniale: Dismaland, il Parco del non divertimento. Il Parco a tema Dismaland aprì il 21 agosto 2015 a Tropicana nel Somerset, in Inghilterra. Una contro-versione dei Parchi del divertimento americani che in realtà divenne un’enorme mostra d’arte, con tantissime opere, video e installazioni, tra le più disparate, realizzate da molti artisti. Questa grandiosa esposizione trasportava il pubblico all’interno di un mondo sospeso, irriverente e pieno di paradossi. In un continuo gioco delle parti, gli artisti, i visitatori e perfino i lavoratori del parco erano costretti a mettere in discussione i loro ruoli e a valutare le contraddizioni insite in determinate situazioni, non solo nel mondo dell’arte, ma nella società stessa. In soli 36 giorni di tutto esaurito, la durata dell’evento, i visitatori furono ben 150.000. Questo progetto vinse nel 2016 il famoso premio South Bank Sky Arts Award.

mostra Banksy trieste

Il Salone degli Incanti a Trieste

Il Salone degli Incanti, ex Pescheria Centrale, ospita un centro espositivo polivalente dedicato a mostre, eventi culturali e manifestazioni e si trova proprio tra i moli della darsena di Trieste, vicino a Piazza Unità d’Italia. La costruzione è molto originale, presenta all’esterno un aspetto neoclassico mentre all’interno ricorda una chiesa a tre navate con soffitto altissimo, molte vetrate e richiami a stili diversi. Una pescheria dove veniva venduto il pesce all’incanto, costruita a forma di chiesa. Sembra un accostamento azzardato, ma quando fu costruita, nel 1912-13, l’intento era quello di unire tra loro funzionalità del luogo e nuove tecniche di costruzione. Conservando inoltre la classicità formale all’esterno, l’edificio s’inserisce molto bene nella prospettiva degli altri palazzi presenti sulle rive della città. 

mostra Banksy trieste

Museo Revoltella 

Vicino al Salone degli Incanti ha sede anche il Museo Revoltella di Trieste. Fu fondato nel 1872 grazie al lascito del Barone Pasquale Revoltella che lo donò alla città. Il museo occupa tre edifici, il Palazzo ottocentesco, dimora storica del Barone, Palazzo Brunner e Palazzo Basevi, le attuali sedi della Galleria dArte moderna. Il museo ospita anche importanti esposizioni temporanee. Vi consiglio di andare a vederlo, sia per conoscerne la storia, sia per ammirare le bellissime collezioni d’arte esposte. Ho avuto l’occasione di visitarlo recentemente per la mostra dedicata agli impressionisti. Se volete leggere il mio racconto ecco il link dell’articolo:

Impressionisti in Normandia e Museo Revoltella

Informazioni sulla mostra di Banksy al Salone degli Incanti di Trieste 

La mostra è aperta tutti i giorni fino al 10 aprile 2023. Da lunedì a giovedì dalle 9.00 alle 20.00, venerdì, domenica e festivi dalle 9.00 alle 21.00, sabato dalle 9.00 alle 22.00. Per tutte le informazioni dettagliate potete visitare la pagina ufficiale a questo link:

Banksy a trieste – Salone degli Incanti 

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