La Collezione Pinault a Venezia. Palazzo Grassi e Punta della Dogana
La Collezione Pinault è approdata a Venezia scegliendo due luoghi d’eccezione, Palazzo Grassi, inaugurato nel 2006 e Punta della Dogana aperto nel 2009, entrambi restaurati e riadattati alle nuove esigenze espositive, su progetto dell’architetto Tadao Ando. Nel 2013 si è aggiunto il Teatrino di Palazzo Grassi, un vero laboratorio culturale in contatto con le Istituzioni e le Università veneziane.
Venezia tra arte del passato e arte del presente
Venezia è talmente ricca di arte e bellezza che si potrebbe passare tutta la vita a descriverla. Ogni Museo, palazzo, chiesa, campo, calle, ponte, ogni spazio, ogni Istituzione ha una sua storia da raccontare e che storia. Venezia però non è solo questo, la sua vocazione al contemporaneo è riconosciuta a livello internazionale e non solo per la rilevanza della Biennale di Venezia. Molte sono le Istituzioni pubbliche e private che da sempre dialogano fra di loro, con gli Atenei, con gli artisti, creando una rete di proposte innovative e una interazione sempre attiva tra arte del passato e del presente. Non meraviglia quindi se uno dei più grandi collezionisti di arte contemporanea, l’imprenditore francese François Pinault, abbia puntato proprio su Venezia per concentrarvi le sue attività espositive.
La Collezione di François Pinault a Venezia. Il progetto
Passione per l’arte, grandi disponibilità economiche, molti contatti e competenze in ambito artistico, hanno permesso a François Pinault di creare una Collezione immensa di opere d’arte, che spaziano dal Novecento ad oggi. La Collezione Pinault a Venezia è un progetto culturale affascinante che punta a presentare la raccolta in maniera articolata attraverso gli spazi espositivi di Palazzo Grassi e Punta della Dogana. Le opere non sono conservate in allestimenti permanenti ma sono sempre in movimento anche presso Musei e Spazi espositivi di tutto il mondo. Negli spazi veneziani, con cadenza regolare, le opere della Collezione Pinault diventano parte di mostre, ideate e realizzate da diversi curatori e dagli stessi artisti che, di volta in volta, riflettono su tematiche contemporanee, creando spesso opere site-specific.
Spazi e progetti espositivi
Immaginate una collezione di migliaia di opere, tra cui pitture, fotografie, sculture, installazioni e video. Una raccolta d’arte, che cambia e si arricchisce con la creazione di nuovi progetti, coinvolgendo spesso gli stessi artisti. Tra i più famosi, solo per citarne alcuni: Cindy Sherman, Gilbert & George, Marlen Dumas, Maurizio Cattelan e Damien Hirst. Per parlare di questa collezione voglio darvi, per prima cosa, alcune informazioni sugli spazi espositivi di Palazzo Grassi e Punta della Dogana, raccontandovi poi due Mostre, molto belle, che ho visitato recentemente. Sono solo un esempio di una visione dell’arte che riesce sempre a proporre nuovi punti di vista, rispecchiando la complessità della realtà contemporanea.
Palazzo Grassi
Il Palazzo settecentesco è un imponente edificio in stile neoclassico costruito su Canal Grande. Dopo la Famiglia Grassi ci furono vari passaggi di proprietà, tra cui l’industriale Giovanni Stucky e Vittorio Cini. Riadattato e ristrutturato negli anni ’50, il palazzo iniziò la sua stagione espositiva come Centro delle Arti e del Costume. Nel 1983, acquistato dalla Fiat, venne ristrutturato su progetto di Gae Aulenti, presentando grandi mostre internazionali. Nel 2005 il passaggio a François Pinault e l’apertura, nel 2006, con la mostra: “Where Are We Going?”. La Collezione Pinault si presentò così al pubblico, per la prima volta, con una ricca selezione di opere. Negli anni successivi seguì un ampio programma espositivo ma anche culturale, fatto di incontri, eventi, seminari ed attività educative. Qui vi racconto la Mostra fotografica: “Henri Cartier-Bresson. Le Grand Jeu” del 2020.
Mostra. “Henri Cartier-Bresson. Le Grand Jeu”
La Mostra dedicata al grande fotografo francese Henri Cartier-Bresson si basa sulla sua “Master Collection”. Questa Collezione comprende gli scatti migliori scelti dallo stesso Cartier-Bresson nel 1973, prima di ritirarsi dalla sua attività di fotografo. “Il grande gioco” per i cinque curatori consiste nel scegliere una cinquantina di fotografie tratte proprio dalla Master Collection. Una fotografa, un regista, uno scrittore, una conservatrice ed un collezionista, si confrontano con quest’opera attraverso la loro personale selezione, comunicandone la vicinanza emotiva o estetica. Gli sguardi diversi dei curatori presentano una visione molto personale, rispecchiandosi nello sguardo di colui che è stato “l’occhio del secolo”, il padre della fotografia contemporanea.
Un gioco di punti di vista
Un gioco di punti di vista molto interessante che riesce a cogliere prospettive inedite, rivelando la forza universale degli scatti del fotografo. Lo sguardo che più mi ha colpito? Quello del regista, Wim Wenders, che sceglie le immagini di Cartier-Bresson come fossero inquadrature di un unico film. L’atmosfera e l’illuminazione particolare delle sale trasportano in una narrazione continua, fotogramma dopo fotogramma, come in una pellicola cinematografica. Molto d’effetto l’allestimento di tutta la Mostra con una grande quantità di fotografie e una qualità delle immagini eccezionale, tutte bellissime, ognuna perfetta, dove l’attimo decisivo viene colto da Cartier-Bresson in ogni suo scatto.
Punta della Dogana
Punta della Dogana, chiamata anche Punta del Sale, si trova proprio tra il Canal Grande e il Canale della Giudecca, una punta perfettamente triangolare. L’edificio fu completato nel 1682, continuando l’attività doganale fino agli anni ’80 del Novecento. Dopo un lungo periodo di abbandono, la Collezione Pinault si aggiudicò il bando per la creazione di un centro dedicato all’arte contemporanea. L’imponente complesso fu restaurato su progetto dell’architetto Tadao Ando. L’intervento, molto attento nel conservare le caratteristiche proprie dell’edificio, cercò di ripristinare le forme e i materiali originali utilizzando i mattoni alle pareti e le travi lignee nei soffitti, restituendo così molta vitalità agli spazi.
Un complesso spettacolare
Il complesso risulta molto spettacolare, sia dall’esterno che all’interno. Le ampie sale sono disposte attorno ad un’ambiente centrale molto luminoso, la grande piazza in cemento, chiamata “il cubo di Tadao Ando”. Il nuovo spazio espositivo di Punta della Dogana fu inaugurato nel 2009 con la Mostra “Mapping the Studio: Artists from the François Pinault Collection”. Una nuova presentazione della Collezione Pinault a Venezia, che coinvolse entrambe le sedi, Punta della Dogana e Palazzo Grassi e fu seguita da molte altre esposizioni importanti. Qui vi racconto la Mostra: “Untitled, 2020. Tre sguardi sull’arte di oggi.”
Mostra. “Untitled, 2020. Tre sguardi sull’arte di oggi”
La Mostra racconta tre sguardi diversi, di tre curatori-artisti, sulle opere della Collezione Pinault. Il progetto, appositamente ideato per gli spazi di Punta della Dogana, indaga la formazione del processo creativo attraverso un percorso tematico. Nel cuore di Punta della Dogana, la sala del cubo, si trova lo Studio dell’artista. Qui si viene invitati ad interagire con gli elementi presenti per prendere contatto con la dimensione creativa e per cercare di entrare proprio nel luogo delle idee. Un invito palese a fermarsi e a riflettere sulla fase progettuale dell’artista e del curatore. Le sale espositive, disposte attorno a questo perno, affrontano temi diversi: il sesso, la morte, il lutto, l’utopia, l’amore, il lavoro. Tematiche che cercano di mettere in relazione la creazione artistica con le emozioni della vita.
Un percorso emozionale
Le opere esposte sono molte e diverse come sculture, pitture, installazioni, fotografie e video. Tutte sembrano proprio relazionarsi fra di loro alla ricerca di quell’emozione, quell’idea che le ha generate. Alcune sono veramente toccanti, altre molto provocanti, quasi tutte giocano con i sentimenti umani attraverso ironia e sarcasmo, paura e violenza, amore e utopia. Molti gli artisti presenti, di diverse generazioni, alcuni già conosciuti, altri meno noti, tutti impegnati nell’indagare la complessità della realtà attuale.
La prima Sala. “In piedi”
Con uno “sguardo da visitatrice” ho percorso le sale esplorando le relazioni tra le opere, tra gli spazi ma anche tra le sensazioni provate. Molto d’effetto la prima sala intitolata: “In piedi”. Mi è sembrata quasi un’esortazione a restare sempre in piedi, nonostante le situazioni e le difficoltà di ogni tempo. Bellissima l’opera di Teresa Burga con la sua donna appiattita sul materasso, del 1967. Una donna che, con la sua impossibilità di poter stare “in piedi”, allora come oggi, denuncia una condizione femminile che è sempre la stessa.
L’arte di oggi è sempre legata alla realtà attuale
A conclusione del percorso troviamo l’opera di Nam June Paik, “One Candel”, del 2004. La piccola candela nel vecchio televisore è un’immagine toccante e poetica, che riesce però a comunicare un messaggio molto potente. Un messaggio che è allo stesso tempo un’esortazione ma anche un auspicio. Il contesto e la situazione in cui viviamo richiedono infatti una profonda riflessione sull’innovazione tecnologica e sulla sua enorme espansione e questa è un’esortazione che vale forse più oggi rispetto a ieri. Però non dobbiamo disperare perché i cambiamenti e le trasformazioni sono sempre in atto. L’auspicio positivo risiede in quella fiammella, che come la speranza, è sempre viva e non si spegnerà mai. Le mostre realizzate a Palazzo Grassi e Punta della Dogana, attraverso progetti specifici, portano sempre nuovi sguardi e altri punti di vista sulle opere e gli artisti della collezione. Questo è il bello della Collezione Pinault a Venezia, presentare ogni volta prospettive diverse, in contesti nuovi, visti da altre angolazioni, che riflettono le molte sfacettature della realtà contemporanea.
Palazzo Grassi è in fase di restauro e manutenzione e riaprirà dopo l’estate. Punta della Dogana apre il 23 maggio 2021, con la Mostra: “Bruce Naumann: Contrapposto Studies”. Nel 2021 si realizzerà anche il grande progetto di Pinault per la ex sede della Bourse de Commerce, il primo Museo di Arte contemporanea a Parigi. Per tutte le informazioni sulle Mostre, gli eventi, i progetti, potete visitare la pagina ufficiale a questo link: Palazzo Grassi e Punta della Dogana.